A differenza degli altri evangelisti, Matteo nel raccontare la Trasfigurazione non si limita a scrivere che le vesti di Gesú erano diventate bianche, ma specifica “candide come la luce“. E non lo fa a caso.
Secondo alcuni racconti giudaici i corpi di Adamo ed Eva originariamente non erano nudi, ma avvolti di luce. La prima conseguenza del peccato originale fu la perdita di quella veste di luce. Ed essi provarono vergogna.
In ebraico questa interpretazione è alimentata da fatto che le parole pelle e luce si scrivono quasi allo stesso modo.
Con il peccato si perde il vestito di luce, che si trasforma in abito di pelle.
A partire da questa interpretazione alcuni rabbini sostenevano che il Messia avrebbe riportato il vestito di luce di Adamo.
Mentre la disobbedienza del primo uomo ha fatto perdere la luce divina all’umanità, l’obbedienza di Gesù al Padre l’ha fatto riacquisire.
Quella semplice annotazione di Matteo sulle vesti divenute “candide come la luce“, tra le altre cose ricorda che Gesù viene nella nostra vita per rivestirci di luce. Riavvolgerci di benedizione.
“Questi è il figlio mio diletto, ascoltatelo“.
Don Michele Fontana