Tutti sappiamo che è da stolti costruire la casa sulla sabbia: quando sopraggiunge un’alluvione, un piccolo movimento del terreno, una mareggiata o un vento un po’ più intenso del normale, rischiano di spazzarla via, trascinando con se soldi spesi, fatica fatta, beni e ricordi custoditi dentro.
Quante notizie ascoltiamo giornalmente a conferma!
Nel Vangelo di oggi, Gesù su questa constatazione elabora la parabola delle due case.
“Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia“.
Con simmetria perfetta, variando solo pochissime parole, presenta la stessa scena in negativo:
“Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande“.
Costruire la casa sulla sabbia vuol dire riporre le proprie speranze su cose instabili, che non reggono all’urto del tempo e alle avversità della vita come, ad esempio, il denaro, il successo, il possesso, l’orgoglio, ecc.
L’esperienza ce lo mette ogni giorno sotto gli occhi: basta un nonnulla, un microscopico virus, e tutto può crollare. E cosa rimane delle liti fatte, delle inimicizie che ci siamo procurati, delle intere giornate di lavoro lontano da affetti e famiglia, dei soldi accumulati con il sudore di tanti sacrifici, delle case comprate, dei beni acquistati (vestiti, dispositivi elettronici, gioielli, ecc.)? Niente. Assolutamente niente!
Costruire la casa sulla roccia, vuol dire, al contrario, fondare la vita e le speranze su ciò che non crolla, anzi resta stabile quando tutto il resto va in frantumi, offrendoci rifugio e riparo.
La roccia è quello che “i ladri non possono rubare, né la tignola corrodere“, che le intemperie della vita non possono rubare, né il tempo corrodere.
Costruire la casa su di essa significa molto semplicemente porre in Dio le nostre speranze, in ogni circostanza: quando il cielo è sereno e quando minacciano fulmini di tempesta.
Roccia, d’altronde, è uno dei simboli preferiti dalla Bibbia per parlare del Signore: “Il nostro Dio è una roccia eterna” (Is 26,4); “Egli è la roccia, perfetta è l’opera sua” (Dt 32,4).
Don Michele Fontana