“Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: Sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe”.
Con quest’allegoria Gesù nel Vangelo di oggi risponde agli apostoli che gli chiedono di accrescere in loro la fede.
A quei tempi il gelso era ritenuto l’albero “non eradicabile” per eccellenza. Eppure, afferma il Signore, basta una fede quanto un granellino di senape, cioè piccolissima, non solo per farlo divellere, ma addirittura anche per farlo piantare laddove può sembrare ancora più impossibile come il mare.
Questa fede dalle potenzialità straordinarie in chi si deve avere?
Certamente in Gesù! Se lui chiede qualcosa, anche se può sembrare umanamente impossibile da realizzare, di certo accompagnerà nel suo compimento, non abbandonerà negli sforzi, indicherà passo per passo le scelte da fare e i valori da seguire, sosterrà nelle difficoltà, lotterà nelle avversità e darà la forza necessaria per camminare.
L’immagine e l’invito utilizzati nell’allegoria sembrano trovare particolare colorazione in un quadro vocazionale. Quando il Signore entra nella vita di una persona per proporgli la scelta di particolare consacrazione, sembra prospettare qualcosa di umanamente impossibile chiedendo, come per il gelso, di sradicarsi dal contesto familiare, sociale e affettivo in cui è cresciuto, per essere trapiantato nel “mare” di un’altra comunità, dove dovrà vivere a contatto con i pesci (altri fedeli), spesso mosso dalle acque agitate della storia, ma rimanendo gelso (persona consacrata, uomo di Dio).
La richiesta vocazionale potrebbe sembrare difficile, se non addirittura impossibile da realizzare, senza la fede.
Nella fede, invece, la risposta entusiastica e accogliente nasce dalla convinzione che quando il Signore chiama, elargisce ogni dono necessario per vivere la vocazione e sarà sempre a fianco del consacrato, camminando per lui, con lui e in lui.
Don Michele Fontana