Al centro del messaggio evangelico di oggi c’è il dualismo tra “servirsi” e “servire”.
Giacomo e Giovanni, da Gesù soprannominati “figli del tuono” per il carattere focoso, si avvicinano al Maestro e quasi pretendono (“vogliamo”) che faccia ciò che gli avrebbero chiesto.
Anche a causa del pensiero distorto dell’era messianica, creduta come instaurazione di un regno terreno e una gloria umana, vogliono approfittare dell’amicizia con il futuro “re” per ottenere cariche in cui asservire e non servire.
Nell’ascolto del brano siamo invitati, dunque, a porci la domanda su come viviamo la fede e il rapporto con Dio e le altre persone.
Pretendiamo di essere serviti o cerchiamo di servire?
Sembrerà paradossale, ma anche la carità può cadere in una forma di degenerazione trasformandosi da servizio ad asservimento, quando la si fa avendo come obiettivo se stessi, farsi notare, ricevere plauso, ottenere consenso, mostrarsi migliore, se non addirittura umiliare gli altri.
Don Michele Fontana