Mentre Gesù attraversa Gerico, si batte in un uomo che cerca in tutti i modi di incontrarlo. Si tratta di Zaccheo, uno dei capi dei pubblicani, che non soltanto riscuote i tributi in favore degli oppressori Romani, ma parecchie volte approfitta del lavoro per frodare e arricchirsi alle spalle dei connazionali. Per questo è emarginato da tutti e ritenuto un grande peccatore.
L’evangelista Luca, nella narrazione, prima di dire il suo nome, lo definisce semplicemente “un uomo”. In questo modo invita a cogliere anche noi ciò che Gesù vede in lui: semplicemente un umano. Gesù sa andare oltre l’opinione della gente; vede un umano dove gli altri vedono un delinquente, senza alcuna prevenzione.
Zaccheo ha nel cuore il desiderio di conoscere il profeta; cerca di vederlo, ma non gli riesce a causa della folla perché è basso; corre avanti per precederlo, e sale su un sicomoro.
Quest’uomo passa avanti a Gesù. È un unicum nei Vangeli, dove il discepolo sta sempre dietro al maestro, alla sua sequela. Rimarcando l’inedito gesto, la narrazione rievoca, indicandola realizzata in questo episodio, un’affermazione di Gesù: “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”.
Quando giunge sul luogo, Gesù alza lo sguardo, lo vede, lo chiama per nome e gli dice: ”Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
Da quel momento la salvezza entra nella casa di quell’ “uomo” , che decide di cambiare vita e riparare il male fatto.
La sua storia cambia perché Gesù ha fiducia in lui, non ha pregiudizi, vede un umano dove gli altri vedono un peccatore, vuole passare il giorno con chi dagli altri è escluso.
È se Gesù oggi passasse dalla nostra vita?
È se volesse entrare nella “casa” degli altri attraverso noi?
Don Michele Fontana