“Una folla numerosa andava con Gesù“.
Con queste parole si apre il Vangelo di oggi, in cui rivediamo il Maestro riprendere il cammino verso Gerusalemme.
In un contesto di campagna elettorale avviata, leggendo il brano liturgico mi viene da pensare ai politici dei nostri giorni, di ogni colore o schieramento. Cosa farebbero con un seguito così imponente?
Forse, gonfiandosi d’orgoglio, ne approfitterebbero per allungare, magari anche servendosi di TikTok e gli altri social, l’elenco dei seguaci, rincarando le promesse e aumentando le accuse nei confronti degli avversari.
Gesù la pensa in modo totalmente differente: non guarda i “sondaggi” né il numero dei “mi piace”; non cerca di essere simpatico a tutti i costi o risultare “populare”.
Al contrario, approfitta della situazione per chiarire, con estrema onestà, le difficoltà che attendono chi decide di abbracciare il suo pensiero e seguirne l’esempio.
Non promette ricchezze, anzi ribadisce che nessuno può considerarsi suo discepolo se non rinuncia agli affetti più cari e alla stessa vita.
Con la similitudine della torre da costruire e della guerra da affrontare, infine, spiega che al centro del suo messaggio c’è la capacità di rinunciare.
Questo è l’invito principale che oggi portiamo a casa: siamo buoni cristiani tanto quanto siamo in grado di rinunciare alle nostre piccole e grandi tentazioni, ai nostri piccoli e grandi vizi, ai peccati, ai pensieri sbagliati, ai difetti, alle scelte che incatenano l’amore.
Possiamo farlo?
Don Michele Fontana
