Ogni anno il primo giorno di novembre si celebra la festa di Tutti i Santi; il giorno successivo, il 2, si commemorano i fedeli defunti.
Ognissanti e Commemorazione dei defunti sono due giornate ricche di emozioni e di significato.
Nella prima solennità gioiamo per le persone, e con le persone, che ci hanno anticipato nel cammino della vita e ora si trovano in Paradiso. In esse (comunemente chiamate “santi“) vediamo esempi di come vivere il Vangelo nei diversi contesti della vita, e di come si può amare Dio, se stessi e gli altri.
Nella schiera di questi santi riconosciamo non solo coloro che sono ufficialmente canonizzati dalla Chiesa, ma siamo invitati a riscoprire anche i volti delle persone comuni, familiari, antenati, amici e conoscenti, che si sono sforzati di vivere l’amore per Gesù nella fatica della quotidianità.
I santi, infatti, secondo la nostra fede non sono supereroi o semidei che compiono guarigioni e miracoli al posto di Dio: sono semplicemente donne e uomini, adulti e bambini che hanno amato il Signore, e in lui hanno amato ogni altra persona e tutto il creato. In essi, dunque, vediamo esempi da seguire.
Nell’infinita schiera dei canonizzati ciascuno può trovare chi richiama la propria vita, le proprie sofferenze, le proprie preoccupazioni, per poterne imitare le virtù.
Nei santi, inoltre, riconosciamo dei compagni di preghiera, cioè persone che si uniscono alla nostra preghiera (e non la sostituiscono) chiedendo al Signore le grazie di cui abbiamo bisogno.
Il 2 novembre, come dicevamo sopra, ci soffermeremo nel ricordo dei fedeli defunti, familiari, amici e anche sconosciuti. Si tratta di una “commemorazione“, cioè un riportare queste persone alla “memoria”. Innanzitutto le richiamiamo alla nostra mente, ricordandone momenti di vita attraverso i quali continuano a trasmetterci insegnamenti importanti e valori positivi. Nella commemorazione, inoltre le presentiamo alla mente di Dio, perché abbia cura delle loro anime e le accolga tra le sue braccia nella gioia del Cielo.
Don Michele Fontana