La festa di “Cristo re dell’universo” con la quale si conclude l’anno liturgico, porta fin sul Calvario dove assistiamo ai momenti finali della vita terrena di Gesù.
Sono eventi che sintetizzano e ricapitolano il suo agire e il suo insegnamento.
Anche sulla Croce, laddove emerge la piena sua regalità, infatti, Gesù è presentato con i segni della misericordia. Anzi possiamo dire che sulla Croce la misericordia raggiunge il suo apice, il non plus ultra.
Dall’alto del patibolo, infatti, egli dona la vita per la salvezza di tutti offrendo anche una visibile testimonianza dell’amore divino.
Al ladrone che, pentito, chiede di ricordarsi di lui quando entrerà nel suo regno, Gesù risponde: Oggi stesso sarai con me in Paradiso.
Forse non abbiamo mai riflettuto abbastanza sulla portata sconvolgente di questa affermazione.
Gesù entra in paradiso, ma non da solo!
Risorge, ma non da solo.
Il primo a godere la risurrezione di Gesù ed entrare in Paradiso insieme a Lui è un ladrone pentito. Sì, un peccatore pentito!
Siamo soliti pensare Cristo risorto che ascende al Cielo in piena solitudine, accolto dagli angeli. Ebbene, il Vangelo di oggi sembra dirci invece che il Risorto entra in Paradiso non da solo, ma in compagnia di un peccatore! Un uomo cui a motivo della condotta di vita era preclusa ogni possibilità di salvezza.
Gesù sembra dirgli: Anche se il Paradiso è chiuso per te, non ti preoccupare, ti porto con me, ti faccio entrare io.
Credo che insegnamento più sconvolgente non possa esserci: qui la misericordia raggiunge i massimi vertici e diventa insegnamento alla nostra vita.
Innanzitutto spinge a essere anche noi misericordiosi, pronti al perdono e lenti alla condanna. Siamo tutti convinti che non ci sia niente di più grande e prezioso del Paradiso. Se, dunque, Gesù a un peccatore pentito regala addirittura il Paradiso, chi siamo noi per negare qualcosa agli altri, per rifiutare il perdono, la parola, la mano, la pace!
Le parole dette sulla Croce, inoltre, autorizzano a credere che Gesù le ripeta a ciascuno ogni volta che pentito si rivolge a lui chiedendo misericordia: Oggi sarai con me in Paradiso. Così ci dice quando, veramente pentiti dei nostri sbagli, accorriamo a lui, soprattutto nel sacramento della Confessione. Oggi stesso, proprio ora, io ti apro le porte del Paradiso, permetto alla tua vita di entrare nella mia benedizione.
Don Michele Fontana