“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”.
L’esortazione “Venite a me”, con tutto il discorso di Gesù che ascolteremo nella Messa di oggi, richiamano i versetti del libro del Siracide (51,23-27) in cui la Sapienza di Dio è impersonificata e presentata nell’atto di invitare gli uomini :
“Venite, avvicinatevi, voi che siete senza istruzione, prendete dimora nella mia scuola. Fino a quando volete rimanerne privi, mentre la vostra anima ne è tanto assetata? Ho aperto la bocca e ho parlato: Acquistatela senza denaro. Sottoponete il collo al suo giogo, accogliete l’istruzione. Essa è vicina e si può trovare”.
Riprendendo questo testo, Gesù rivela che è lui la vera Sapienza di Dio. Così l’invito del Vangelo può suonare come: Voi affaticati dalla vita, oppressi dai problemi e dalle difficoltà che state attraversando, non vi scoraggiate, venite a me ed io vi darò sapienza che vi permetta di inquadrare la vostra situazione, comprendere a cosa vi chiama la storia, trovare la strada da percorrere, individuare le scelte migliori, soprattutto respirare pace nel cuore.
Gesù promette il “ristoro” a chi si affida alla sua sapienza. La traduzione corretta dovrebbe essere “io vi riposerò”, con chiaro riferimento al “sabato” di Dio, il riposo del settimo giorno della Creazione.
Quando ci sentiamo stanchi e oppressi, senza forze né voglia di combattere, senza speranza né entusiasmo, andiamo a Gesù, lasciamo che parli al cuore, carezzi l’anima, illumini la mente, doni pace allo spirito.
Sarà lui il nostro sabato, la nostra oasi in mezzo a tanto deserto.
Don Michele Fontana.