Il matrimonio ai tempi di Gesù avveniva in due tappe: la prima dava il via ufficiale allo sposalizio; la seconda, un anno dopo, segnava la convivenza vera e propria.
Quando Maria, dopo l’Annunciazione, rimane incinta, si trova nella prima fase delle nozze con Giuseppe: sono già sposati, sono marito e moglie, ma ancora non vivono insieme.
L’evangelista Matteo ricorda che Maria si trova incinta per opera dello Spirito Santo.
Secondo il racconto della Genesi, con il soffio dello Spirito divino è stato creato l’uomo da Dio; ora con il soffio dello Spirito divino è generato Dio dall’uomo.
Così ci accorgiamo che sempre nel corso della storia, anche la nostra storia, lo Spirito Santo è all’origine della presenza di Dio.
Giuseppe non conosce questo mistero e non può capire cosa stia avvenendo in Maria. Il Signore va incontro alla sua ignoranza: gli appare in sogno un angelo che lo invita a “non temere”; il bimbo nel grembo di Maria è concepito nello Spirito Santo; lui dovrà accoglierlo, custodirlo, e dargli il nome.
“Lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
Qui nel testo si coglie un nesso tra il nome di Gesù e il suo compito di salvare il popolo dai peccati. In ebraico, infatti, c’è la frase presenta un gioco di parole: “Lo chiamerai Jeshuà (Gesù), egli infatti joshuà (salverà) il suo popolo”.
In italiano potremmo rendere con l’espressione: “Lo chiamerai Salvatore, egli infatti salverà il suo popolo dai suoi in peccati”.
Giuseppe ha il coraggio di accogliere l’invito dell’angelo e mettersi in cammino verso un futuro oscuro e incerto. È animato dalla fede che quel futuro è un avvenire, un Avvento del Signore.
Il lieto annuncio per noi oggi è la stessa promessa fatta a Giuseppe.
Una promessa che innanzitutto invita a non temere, non avere paura! Questo “non avere paura!” è un messaggio fondamentale del Vangelo, che come un ritornello ricorre spesso nell’Antico e nel Nuovo Testamento.
La promessa di Dio scaccia la paura perché annuncia che il Signore viene: non stiamo camminiamo verso un futuro senza grazia, viviamo nel mezzo dell’Avvento.
Il futuro è un avvenire in cui Dio sarà sempre al nostro fianco.
Don Michele Fontana