Messaggio di don Mimmo Battaglia
in occasione del Giubileo Parrocchiale
nel 25° anniversario di
Dedicazione della chiesa parrocchiale
S. Maria della Pace”
29 aprile 2023
Quattro mura, una saracinesca, l’entusiasmo degli inizi, i piccoli passi possibili, la gioia delle piccole cose, il sogno di una Chiesa povera che abita la strada, che sta in mezzo alla gente, che conosce i volti e le storie di tutti gli uomini e le donne che fanno la sua comunita. Iniziava così il mio ministero di amministratore parrocchiale prima e, qualcheanno dopo, di parroco a Santa Maria della Pace.
Nel pensare a cosa avrei potuto condividere con voi in questo giorno così importante, come la pellicola di un film in bianco e nero, ho visto passare davanti ai miei occhi tante immagini. Erano i primi anni del mio essere prete. Quel garage che ci accoglieva trasudava vita in ogni sua parte. Ricordo gli incontri con i giovani, la chitarra che animava le celebrazioni domenicali, la gioia del ritrovarsi a pensare e sognare insieme, l’arte dell’arrangiarsi con i pochimezzi a disposizione. Ricordo la mia prima Settimana Santa, nei locali della scuola, che grande emozione fu vedervi partecipare così numerosi.
E, poi, il 27 dicembre1993, la posa della prima pietra per la nuova chiesa. E il29 aprile 1998, l’inaugurazione. Pietra dopo pietra, passo dopo passo, sogno dopo sogno, la nostra nuova parrocchia. Quella che oggi vive di rinnovato entusiasmo sotto la guida del caro amico don Michele. La pellicola del film in bianco e nero si intreccia con quello che la comunità di Santa Maria della Pace è oggi, mentre ripenso a quel tempo sognato 25 anni fa che oggi è diventato realtà.
Una casa tra le case. Io l’ho sempre vista così questa parrocchia. Un luogo che è casa perché è accoglienza, calore, ristoro. Una dimora che sorge in mezzo a tante altre piccole dimore. Una comunità che è famiglia. Una famiglia che mette al primo posto la cura della relazione, la custodia della vita, lageneratività dell’essere fratelli e sorelle, dell’allargare gli spazi del cuore per andare oltre i recinti, per saper guardare, abbracciare, accarezzare.
Come ci ricorda Papa Francesco in Evangelii Gaudium: “Il modo di relazionarci il con gli altri che realmente ci risana invece di farci ammalare, è una fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere insieme aggrappandosiall’amore di Dio, che sa aprire il cuore all’amore di Dio per cercare la felicità degli altri come la cerca il Padre loro“. (EN’92).
Oggi vivete il Giubileo parrocchiale, celebrate il vostro cammino insieme; un cammino lento, paziente, profondo, appassionato ed entusiasta. Così come lo chiede la Chiesa. Così come lo chiede la storia. Così come lo chiede il Vangelo. Un cammino che non si impone ma si propone; un cammino che non si nutre di grandi proclami o di corse ai primi posti, ma che sceglie e percorre i sentieri dell’umiltà e della sesemplicità, della prossimità e della presenza, in un tempo, in una storia spesso in salita, ma senza mai lasciarsi rubare la speranza della vetta. E concretizzare, così, nell’oggi, in quest’oggi, lo stile di Gesù di Nazareth, e scoprire che “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù“( Gal 3,28), perché siete tutti figli di Dio.
Mentre provavo a riportare al cuore ciò che è stato e ciò che è, mi è balzata alla mente una canzone di Niccolò Fabi qualche tempo fa, Costruire…
“Chiudi gli occhi, immagina una gioia. Molto probabilmente penseresti a una partenza. Ah, si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora. Ma tra la partenza e il traguardo, nel mezzo c’è tutto il resto, e tutto il resto è giorno dopo giorno. E giorno dopo giorno è silenziosamente costruire“.
Mi sembra essere proprio questo quello che la comunità di Satriano Marina ha vissuto negli ultimi 25 anni. Il sogno. La gioia. Gli inizi. La fatica. Giorno dopo giorno. Silenziosamente, costruire.
Grazie, mia amata comunità, per tutto quanto mi hai donato e insegnato. Con te, ho imparato a essere parroco. Con te, ho capito che ciò che conta non è il dove ma il come. Conte, ho sognato, ho sperato, ho vissuto le mie prime conversioni. Con te, ho sperimentato il coraggio e la resilienza, ho pianto e sorriso, ho abbracciato e mi sono sentito accarezzato. Con te, sono cresciuto. e, con te, oggi, gioisco e faccio festa per questo traguardo così importante.
A te che sei cresciuta, come me. A te che sei passata dal travaglio alla gioia. A te che non hai mai smesso di credere nel tuo sogno. A te… io dico, semplicemente: auguri di cuore! Buon Giubileo! Buona vita, buon cammino!
Per intercessione di Maria, Regina della Pace, il Signore benedica e custodisca i vostri sogni, i vostri passi, le vostre vite.
Con smisurato affetto e infinita riconoscenza.
Napoli, 29 aprile 2023
Sempre vostro
don Mimmo