Messa e missione hanno la stessa origine.
Molto probabilmente il termine “Messa” per indicare comunemente la celebrazione eucaristica comparve già nei primissimi decenni del cristianesimo.
In quel periodo i fedeli non ancora battezzati potevano partecipare solo alla prima parte della celebrazione eucaristica, e venivano congedati (missi) dopo la Liturgia della Parola.
Terminata la funzione, inoltre, tutta la comunità era licenziata (missa) e quindi inviata a portare nella vita concreta Gesù che aveva ricevuto,.
Fino a qualche anno fa, a conclusione della celebrazione, inoltre, il diacono o il sacerdote diceva: “Ite, Missa est”, cioé “Andate, la Messa è finita”, o anche “Andate, la comunità è inviata“.
La liturgia, pertanto, si conclude con l’invio dei fedeli (missio) affinché compiano la volontà di Dio nella vita quotidiana” (Catechismo della Chiesa Cattolica 1332).
Quindi Messa e missione, missa e missio, hanno la stessa origine e si richiamano a vicenda.
La Messa non finisce con la benedizione finale, ma con l’invito (missione) ad andare e testimoniare con la vita ciò che si è celebrato.
In un documento del III secolo, chiamato Tradizione Apostolica, alla fine della descrizione della celebrazione della veglia pasquale, si legge: “Terminato questo rituale, ciascuno si curi di compiere buone azioni, di piacere a Dio e di vivere rettamente, aderendo con zelo ai principi della Chiesa, mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti e progredendo nella pietà”.
La missione, ogni missione, inizia dalla Santa Messa, e continua nella vita di ciascuno. Tutti, siamo, dunque, missionari!
Don Michele Fontana