Nel Discorso della Montagna, Gesù propone il simbolismo della luce come essenza del cristiano:
“Voi siete la luce del mondo. Non può restare una città nascosta sopra un monte né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro“.
La prima verità che emerge è il verbo utilizzato: Gesù non dice “dovete illuminare“, ma “voi siete luce“.
Non si tratta di fare, ma di essere!
La luce è nostra essenza.
Il simbolismo della luce pervade tutta la Sacra Scrittura, dalla prima all’ultima pagina.
Già nel racconto della Creazione, la prima opera di Dio è creare la luce separandola dalle tenebre. Così emerge la prima caratteristica che sarà riconosciuta alla luce nella Parola di Dio: la capacità di illuminare diradando le tenebre.
Nel Vangelo, Giovanni dice che Gesù stesso è “la luce del mondo“.
Nel racconto della Trasfigurazione la luce proviene da Dio e avvolge angeli e personaggi che appartengono alla sfera divina.
Dunque, mediante l’immagine della luce Gesù ci rivela che siamo un raggio del divino ovunque ci troviamo; un bagliore della santità di Dio ovunque ci muoviamo; un barlume della misericordia e dell’amore di Dio per chiunque incontriamo.
Possiamo realizzare questa nostra vocazione se prima vinciamo le tenebre dentro di noi: peccati, tentazioni, difetti, vizi, pensieri non buoni, tristezza, ecc.
Don Michele Fontana