All’inizio dell’attività pubblica in Galilea, Gesù chiamò tre uomini (Pietro, Giacomo e Giovanni); lungo il cammino dalla Galilea verso Gerusalemme altri tre uomini si presentarono a lui (è il brano del Vangelo proposto dalla Messa di oggi).
Al primo dei tre, Gesù risponde: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo“.
Indica, cioè, come condizione per seguirlo il distacco dai beni materiali.
Al secondo chiede: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti“.
Si tratta di un detto popolare che significa: lascia le cose del passato; le storie vissute, le esperienze fatte, le amicizie, i pensieri che rischiano di rallentare il cammino.
Al terzo, infine, dice: “Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”,
che potremmo tradurre con: Abbi la forza di distaccarti dagli affetti (familiari, etnici, razziali, amicali, ecc.) che possono ostacolarti.
Queste tre esigenze ancora oggi sono “conditio sine qua non” per vivere da buoni cristiani:
– il distacco del cuore da beni, ricchezze, denaro, abiti di moda, outfit costosi, dispositivi elettronici ultramoderni, ecc.;
– il distacco dal passato, quando impedisce di camminare verso il futuro;
– il distacco dagli affetti che ostacolano nel bene.
Don Michele Fontana