Parabole della misericordia, o della ricerca, così potrebbero essere chiamati i tre racconti che Luca unisce nel capitolo 15. Il Vangelo di oggi ne propone i primi due: la Pecorella smarrita e la Moneta perduta (Lc 15,1-10).
“Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?… Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova?”.
Entrambe le parabole, narrate per rispondere a farisei e scribi che lo criticavano perché accoglieva i peccatori, hanno come chiaro obiettivo insegnare che Dio non abbandona nessun peccatore, ma viene in cerca di ciascuno di noi nonostante ci smarriamo, anzi proprio quando ci smarriamo.
Dio non si dà pace finché non ci ritrova e fa festa per averci ritrovato.
Queste parabole indicano un chiaro orientamento pastorale che la Chiesa deve seguire, e anche un deciso comportamento familiare e sociale da adottare.
Mi piace, tuttavia, rileggerle in chiave spirituale personale. In questo senso il pastore sarebbe ciascuno di noi, mentre le pecore sarebbero le virtù che dobbiamo custodire e curare con amore: fede, speranza, carità, giustizia, temperanza, fortezza, prudenza, perdono, sincerità, amorevolezza, mitezza, purezza, ecc. Alla lista potremmo aggiungerne tante, tante altre.
Ebbene, se guardiamo la nostra vita e ci facciamo un bell’esame di coscienza, ci accorgiamo che alcune di queste pecore le abbiamo smarrito lungo il percorso degli anni.
Come per il pastore della parabola, non ci può essere vera festa, non ci può essere vera pace (in noi è con gli altri: in famiglia, nelle amicizie, ecc.) finché queste pecore resteranno fuori dal recinto del nostro cuore.
Che aspettiamo, allora? Corriamo pure noi alla ricerca delle pecorelle smarrite!
Don Michele Fontana