Nella riflessione di oggi vorrei soffermarmi sulla prima lettura della Messa, tratta dall’Apocalisse di S. Giovanni.
Nella prima parte del libro, l’autore, rivolgendosi alle Chiese aveva parlato di ciò che è. Ora inizia a parlare di ciò che avverrà:
“Sali quassù e ti mostrerò ciò che deve accadere più avanti“.
La lettura della storia, sia per ciò che è, sia per ciò che sarà, è possibile unicamente per rivelazione di Dio. Non solo il futuro, ma anche il senso profondo del presente sfugge all’occhio umano.
Le vicende che stiamo vivendo ora, e il futuro verso cui siamo chiamati e verso il quale ci dirigiamo con le nostre libere scelte, solo il Signore può permetterci di decifrarli.
Il brano di oggi si sofferma su immagini derivanti dalla tradizione profetica. Giovanni vede “un trono innalzato nel cielo“.
Il trono è immagine importante dell’Apocalisse (la troviamo più di quaranta volte) e ricorre spesso in contesti polemici nei confronti dei molti troni che gli uomini innalzano sulla terra. Questa visione pertanto invita a chiederci quale trono stiamo servendo ora, con le scelte concrete della vita.
Il nostro futuro è legato al trono cui assoggettiamo il presente.
Giovanni non descrive Dio, ma solo lo splendore che lo circonda. La narrazione è quanto mai indicativa: “Vidi un trono e sul trono Qualcuno“.
Di Dio non si può dire di più. E tuttavia si può capire un po’ chi è per noi se osserviamo ciò che lo circonda: la luce, i suoni, la sua corte. In altre parole, noi possiamo comprendere un po’ Dio se osserviamo la creazione, la storia e la comunità.
Il trono di Dio è avvolto dall’arcobaleno, che non è soltanto espressione di luminosità, ma anche di pace e solidarietà.
Come non pensare a quello che è diventato un simbolo di speranza nel primo lock down, insieme alla scritta “Andrà tutto bene”!
Certo, andrà bene se la situazione di sofferenza aiuta a demolire i troni sbagliati cui abbiamo asservito le nostre vite, e a impegnarci per la pace nella solidarietà. Altrimenti, dobbiamo dircelo in tutta sincerità, non potrà andare tutto bene.
Utilizzando l’immagine dell’arcobaleno, infine, Giovanni vuol dirci che il diluvio e le forze della distruzione non avranno l’ultima parola. Di fronte al male e alla sofferenza dilaganti non dobbiamo avere paura: la potenza di Dio è dalla nostra parte.
Prima di ogni tumulto e ogni crisi della storia (universale e personale), ecco la visione di Dio seduto sul trono, in una calma sublime.
Gli uomini si agitano, Dio no.
Don Michele Fontana