C’è una vedova che subisce un gravissimo torto.
Non avendo marito o figli che possano proteggerla, chiede aiuto a un giudice per farle giustizia. Ma quel giudice, dice Gesù, non teme Dio né ha rispetto per gli umani: è un cattivo giudice, che mai avrebbe esercitato la giustizia a favore di quella donna.
Eppure, vinto dalla sua insistenza nell’implorare aiuto, pur di non essere più tormentato, decide di esaudirla.
Gesù commenta la parabola: Se accade così a un giudice al quale non importa né la giustizia umana né la Legge di Dio, Dio che è giusto non ascolterà le grida di chi ne supplica l’intervento nella propria vita?
Spesso facciamo fatica a credere che il Signore sia il difensore dei poveri e degli oppressi. L’ingiustizia continua a regnare, e nonostante le preghiere e le grida nulla sembra cambiare.
Ma Gesù, con forza profetica, assicura:
“Io vi dico che farà giustizia prontamente”.
Il giudizio di Dio è già presente per chi grida a lui implorandone l’intervento, anche se a noi sembra tardare.
“Ai tuoi occhi, o Dio, mille anni sono come ieri”, prega il salmo 90.
Attendiamo con fiducia quel giorno che, sebbene sembri indugiare, viene in fretta, perché la mano del Signore è già operante.
Dobbiamo soltanto affidare alla sua sapienza i tempi e i momenti del suo svelarsi nella storia.
Per questo Gesù chiede fede in lui.
Una fede che nasce dalla certezza del suo amore, dalla fiducia nel suo intervento nella nostra vita, e si vive nella perseveranza della preghiera, anche quando tutto sembra procedere in senso contrario.
“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.
Don Michele Fontana