Oggi a Forlì si festeggia la Vergine Maria con un titolo non conosciuto nella nostra terra di Calabria: la Madonna del fuoco, protettrice della città.
La devozione risale a un’immagine della Vergine impressa su carta con la tecnica della silografia.
Si trovava appesa a un muro di una scuola fino alla notte del 4 febbraio 1428 quando divampò un incendio che, durando diverse ore, distrusse completamente l’edificio.
Con grande stupore le persone sopraggiunte si accorsero che, nonostante le fiamme devastatrici, l’immagine della Madonna rimase illesa, benché fosse su carta.
L’icona della Vergine che rimane intatta mentre tutto attorno brucia richiama alla mente il racconto biblico di Mosè al Sinai, dove un fuoco spettacolare avvolge il roveto senza consumarlo.
Come fu per Mosè, anche per gli abitanti di Forlì, il fuoco divenne segno vivo della presenza di Dio.
Le fiamme impetuose che ardono senza consumare il roveto (per Mosè) e senza distruggere l’immagine della Madonna (per i forlivesi) a sua volta richiamano la forza dirompente dell’amore cristiano, capace di ardere nei cuori facendoli diventare segno visibile della presenza del Signore, e richiamo all’incontro con lui.
L’esperienza della Pentecoste, infine, spinge a pensare che questa fiamma di carità è dono dello Spirito Santo.
Don Michele Fontana