Sant’Agostino scrive: “La risurrezione del Signore è la nostra speranza“.
Con quest’affermazione spiega ai fedeli che Gesù è risorto perché noi non disperassimo.
Innanzitutto non disperassimo della morte corporale, pensando che con essa la vita sia definitivamente conclusa.
Grazie a Gesù la morte non ha l’ultima parola perché a trionfare, alla fine, è la Vita. Egli è risorto perché noi, credendo in Lui, potessimo avere la vita eterna.
Quest’annuncio sta nel cuore del messaggio evangelico.
La luce della Pasqua, inoltre, dirada le tenebre di ogni altra disperazione: dall’alba di quel giorno una primavera di speranza investe il mondo.
Gesù è risorto non perché la sua memoria resti viva nel cuore dei discepoli, ma perché Egli stesso viva in noi, e noi in Lui; risorga nelle nostre vite, e le nostre vite rinascano nella sua.
Non è un mito, né un sogno; non è una visione, né un’utopia; non è una favola, ma un dono di grazia.
Dal sepolcro “vuoto” una luce illumina le zone buie delle nostre vite, le situazioni tristi e dolorose che stiamo affrontando, e dona nuova speranza, non per credulità sempliciotta ma per la certezza della fede che non si fonda su semplici ragionamenti umani ma su uno dato storico: Gesù Cristo, crocifisso e sepolto, è risorto per farci risorgere.
Don Michele Fontana