“Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini amati dal Signore”!
Il canto degli angeli risuona nelle nostre chiese e nelle nostre case, accompagnando il neonato Gesù nelle mangiatoie dei presepi.
Quei presepi che con cura abbiamo allestito inserendo i personaggi narrati nei Vangeli (Gesù, Maria, Giuseppe, i pastori, gli angeli, i Magi) in scene della vita quotidiana, o meglio di qualche decennio fa (la lavandaia, il panettiere, l’oste, i mercanti, ecc.).
In alcuni presepi “più moderni”, addirittura, sono rievocati mestieri, personaggi ed eventi dei nostri giorni.
Mi viene da pensare, ad esempio, alla famosa via dei presepi, “San Gregorio Armeno” in Napoli, nota in tutto il mondo per l’affollamento di caratteristiche botteghe in cui i maestri d’arte locali propongono statuette d’argilla e terracotta con i più svariati personaggi che hanno caratterizzato l’anno.
Al di là del folclore natalizio e dello stupore per quelli che sono veri e propri capolavori, credo che l’intuizione di fondo s’inserisca pienamente nello spirito cristiano del Natale: festa di Dio che si è fatto uno di noi, è con tutti noi e vuole essere accolto anche oggi, in ogni situazione umana, in ogni luogo abitato e vissuto.
Noi siamo nel presepe perché il presepe siamo noi: la nostra vita è il luogo in cui Gesù vuole nascere per portare luce, gioia, pace, amore, speranza.
Lui si dona a noi affinché noi riusciamo a donarci a lui, incontrandolo negli altri personaggi che affollano i presepi della nostra quotidianità.
Così impariamo che Natale non è un giorno in tutto l’anno, ma un giorno che dura tutto l’anno.
Tanti auguri a tutti, allora!
Don Michele Fontana