Il Vangelo odierno riporta una disputa tra Gesù e alcuni capi dei sacerdoti e anziani del popolo che gli chiedono con quale autorità operi (Mt 21,23-27).
Seguendo un modo di fare tipico della dialettica semitica Gesù risponde con un’altra domanda: Giovanni Battista con quale autorità ha operato?
Gli interlocutori si sentono in trappola. Se, infatti, rispondono che la missione veniva dal Cielo, si autocondannano per non avergli creduto; se rispondono diversamente rischiano di essere accusati dalla folla che considera il Battista come profeta.
Decidono di non decidere. Decidono di non rispondere.
Hanno paura di esporsi perché hanno timore del pensiero e del giudizio della gente.
Sta proprio qui il messaggio di oggi: l’invito ad esporci!
Quante volte anche noi abbiamo paura di esporre il pensiero, le convinzioni, la fede, i valori!
Quante volte abbiamo timore di impelagarci e di impegolarci nel testimoniare l’amore per Gesù.
Non vogliamo impelagarci, cioè prendere il “pelago”, inoltrarci nel mare agitato delle questioni e dei discorsi. Ci accontentiamo di navigare, tranquilli, sotto costa, dove ci sentiamo sicuri, come codardi guerrieri che rimangono ai margini dell’agone per non affrontare la battaglia.
Non vogliamo impegolarci, farci riempire di “pegola”, della pece che gli hater da tastiera gettano addosso a chiunque esprima un minimo pensiero di fede, con insulti gratuiti e condivise manifestazioni di odio.
Il brano del Vangelo di oggi chiede di non essere pusillanimi e di avere il coraggio di esporci, esponendo la nostra fede e le nostre convinzioni.
Don Michele Fontana.