“Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” (Lc 21,29-33).
Questa similitudine fa da incipit alla lettura evangelica di oggi. La sua collocazione a termine del discorso escatologico fa pensare che sia riferita alla capacità di scoprire i segni del ritorno di Cristo. In effetti Gesù chiede d’interpretare gli sconvolgimenti e le catastrofi naturali come germogli sparsi nelle vicende dell’umanità allo scopo di richiamare alla mente che tutta la storia è indirizzata verso l’eternità.
La metafora invita, inoltre, a riconoscere già ora nell’albero della nostra quotidiana l’esistenza di germogli della vitalità divina. Prendendo spunto dal linguaggio della natura, dove il germogliare del fico manifesta con chiarezza che l’inverno è passato e l’estate è alle porte, siamo invitati a riconoscere negli alberi della nostra vita (attività, azioni, relazioni, famiglia, gruppi, ecc.) i germogli della presenza di Dio. Questa consapevolezza, mentre ricorda che siamo nati per l’eternità, dona conforto e coraggio perché rivela che non siamo soli: Dio è con noi, anzi in noi, germoglia nelle nostre azioni e, se lo accogliamo, con lui possiamo superare ogni inverno.
La speranza cristiana, in fondo, è questa: non auspicio di qualcosa che si desidera avvenga, ma capacità di riconoscere nella quotidianità lo spuntare di piccoli germogli che rivelano la presenza, a volte nascosta, della grazia divina.
Don Michele Fontana