Al centro del Vangelo di questa domenica s’impone la disperazione di una madre dinanzi la grave sofferenza della figlia.
La donna è cananea, non appartenete al popolo ebraico e, pertanto, non credente nel Dio di Gesù, di cui ha sentito parlare come figlio di Davide. Trovatolo implora pietà con tutte le sue forze.
Quante madri, quanti genitori forse proprio in questo momento, come quella donna elemosinano briciole di speranza per i figli.
Quando il buio dello sconforto è fitto, ci si arrampica disperatamente a ogni promessa di luce e si è disposti a bussare a ogni porta, rischiando di lasciarsi saccheggiare gli ultimi spiccioli di speranza, oltre al conto in banca, da persone mendaci e da false promesse.
Gesù non concede subito la grazia. Prima aiuta la donna ad aprirsi alla fede attraverso il dialogo.
Il racconto di questa domenica parla a tutti noi, soprattutto a quei genitori che peregrinano in cerca di speranza, rischiando di finire nelle fauci fameliche di chi fa leva su momenti di fragilità per vile guadagno. Attenzione: non sempre, come quella donna, s’incontra Gesú.
Il racconto parla anche alla Chiesa invitandola ad aprire a chi bussa in un momento di disperazione, senza pretendere certificazioni di ortodossia o probità. Queste saranno il frutto maieutico dell’accoglienza e del dialogo.
Don Michele Fontana