“Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi“.
Il Vangelo di questa domenica si apre con la narrazione dell’invio missionario della prima comunità di discepoli.
Il numero settantadue è sottolineato con enfasi simbolica: tale era, infatti, ritenuto il numero dei popoli della terra secondo il computo del libro della Genesi.
Non sappiamo chi fossero quei settantadue inviati.
Possiamo, tuttavia, ritenere che fossero suoi amici; persone semplici che si sforzavano di seguirne l’esempio nell’anonimato della quotidianità, portando tra i viottoli della Galilea scintille di vangelo in spiragli di tenerezza.
Anche se i loro nomi non figurano nei Vangeli, tantomeno in elenchi di uomini illustri, questa disponibilità discreta ed efficace, vissuta con semplicità, senza farsi notare né mettersi in mostra, ma senza neppure nascondersi, ci offre la più incisiva immagine di chi anche noi siamo chiamati a essere: discepoli della ferialità, persone comuni inviate nel nostro stesso mondo per portare la carezza di Dio nella semplicità dei discorsi e nell’anonimato dei gesti.
Don Michele Fontana