Il percorso liturgico-simbolico d’Avvento (Corona d’Avvento) nella nostra chiesa quest’anno è ispirato al capitolo 35 del Libro del Profeta Isaia. Testo che tradizionalmente rappresenta la tensione spirituale di questo tempo di grazia, e perciò riportato in molte preghiere e ripreso in diversi canti.
Il brano già dall’incipit invita a rallegrarsi perché la terra arida ritornerà a fiorire: con la venuta del Signore scaturiranno acque nel deserto; gli occhi dei ciechi si apriranno, e così anche gli orecchi dei sordi; lo zoppo farà salti di gioia, e dappertutto ci sarà pace e riconciliazione.
Nella sua carica allegorica il testo rappresenta le preghiere e le speranze di tutto il mondo oggi, in un periodo di particolare crisi sanitaria, economica, ambientale, ecologica, politica e familiare, sotto la continua minaccia da guerre, faide e divisioni.
L’augurio è che in questo periodo d’Avvento i versetti di Isaia 35 accompagnino la nostra invocazione al Signore, insieme all’impegno di costruire con lui “un sentiero, una strada”, che faccia da ponte tra Cielo e terra, permettendo a Lui di giungere fino a noi, e a noi di salire fino a lui.