Nell’articolo precedente, vista la coincidenza della solennità dell’Immacolata Concezione con la seconda domenica d’Avvento, ho proposto una lettura del messaggio liturgico in chiave mariana, a partire da come la Madre di Dio visse il suo avvento, la sua attesa della nascita di Gesù. Secondo i racconti del Vangelo di Luca, Maria visse questo periodo nel servizio.
Con il presente articolo vorrei invertire i ruoli interpretativi e cogliere la figura e l’insegnamento di Maria alla luce dell’Avvento, facendo di questo tempo di grazia la cifra ermeneutica per riscoprire la grandezza della giovane di Nasareth e in lei cogliere i valori e le virtù da vivere anche noi che ci dichiariamo suoi figli.
Guardare Maria dalla prospettiva dell’Avvento ci consente di riconoscerla come donna dell’attesa. Una perenne attesa del Signore, che accoglie nella propria vita e partorisce alla vita degli altri.
Il sì di Maria le permette di concepire Gesù, per poi custodirlo e farlo crescere nel proprio grembo e donarlo al mondo intero.
Ecco come illumina anche il nostro avvento la contemplazione di Maria: innanzitutto insegna che ogni volta che diciamo sì alla volontà di Dio, Gesù nasce in noi e nella nostra vita.
Spesso ci domandiamo come fare per portare Gesù e la sua benedizione nella nostra casa, nel nostro lavoro, nella nostra esistenza. Sua Madre mostra che ogni volta che diciamo sì al volere divino, e in esso pensiamo la nostra vita, progettiamo il nostro futuro, affrontiamo le difficoltà, superiamo le divisioni e i contrasti, viviamo la quotidianità, anche quando costa sacrificio, Gesù nasce in noi e attraverso noi.
Non basta però aver concepito Gesù, lo dobbiamo far crescere nella preghiera, e portare agli altri nelle opere di carità.
Don Michele Fontana