“Caritas Christi urget nos” (2 cor 5,14).
La carità, l’amore di Cristo ci spinge, e non possiamo rimanere fermi.
L’affermazione di S. Paolo si presta bene, oggi, a illuminare quanto avviene nell’intimo cuore di Maria.
Il Vangelo della solennità dell’Immacolata Concezione la presenta in casa, a Nazareth, mentre riceve la visita dell’angelo Gabriele che le annuncia il progetto di Dio su di lei e sul nascituro figlio.
Nelle parole di saluto, il messaggero divino la definisce “piena di grazia“, ricolma fino all’orlo, come prezioso vaso traboccante dell’amore del Signore.
Nell’accogliere il volere di Dio, Maria si professa “serva del Signore“.
Dona, pertanto, fin dall’inizio, al suo”sì” la connotazione del servizio, dell’attenzione alle necessità altrui. Lo testimonia l’immediata visita ad Elisabetta, che segue l’Annunciazione.
La disponibilità verso Dio si vive nella disponibilità a farsi carico dei bisogni del prossimo.
La carità, di cui è traboccante, “urge“, spinge all’amore concreto, silenzioso, nascosto.
In questa solennità, siamo chiamati a seguire l’esempio di Maria: lasciarci riempire della carità del Signore, e riversarla sugli altri attraverso concrete opere d’amore.
Iniziando da chi ne ha più sete.
Don Michele Fontana