La seconda domenica di Quaresima il percorso liturgico ci conduce sul monte Tabor per assistere alla trasfigurazione di Gesù.
Il brano è stato redatto da Matteo tenendo come riferimento il racconto biblico dei Dieci Comandamenti. Sono diversi, infatti, i punti in comune tra le narrazioni che hanno come protagonisti Mosè e Gesú. Ad esempio:
– Il monte. Entrambi salgono su un monte;
– Tre accompagnatori. Tutti e due portano con sé tre persone;
– Il volto di entrambi che diventa straordinariamente luminoso;
– La nube. Sia con Mosè nell’Esodo, sia nella trasfigurazione di Gesù, Dio Padre si rivela in una nube;
– La voce dal Cielo che in tutti è due i casi irrompe.
– L’invito all‘ascolto.
È chiaro, dunque, che Matteo narra non un semplice evento ma una vera e propria rivelazione: Gesù è il nuovo Mosè; ogni esodo da qualsiasi forma di schiavitù alla libertà si può percorrere grazie a lui e insieme a lui. Ascoltandolo!
In fondo è questo il cammino quaresimale: un esodo, un percorso di liberazione graduale, spesso lento ma inesorabile, da ciò che ci rende schiavi: vizi, difetti, cattive abitudini, aspetti del carattere, relazioni intossicate.
Per aiutarci a compierlo Gesú parla a noi sul monte alto del Vangelo, e si fa compagno di viaggio nell’Eucaristia.
Con la sua grazia e il suo aiuto ce la faremo.
Buon cammino a tutti.
Don Michele Fontana