Nella Vangelo di questa domenica è proposta la prima parte del discorso della montagna fatto da Gesù, riportato nei capitoli 5, 6 e 7 di Matteo.
A cadenzare la proclamazione del brano c’è il ripetersi della parola beati che, come sappiamo, significa felici.
In epoca pagana la beatitudine era considerata irraggiungibile: solo gli dèi erano Beati. È curioso, a tal proposito, notare come dalla parola greca “makários” (beati), derivi l’esclamazione italiana “magari” (macari, in dialetto calabrese), riferita a qualcosa di desiderato che sembra impossibile, come la felicità.
Le beatitudini raccolte da Matteo sono otto, numero che indicava la risurrezione di Gesù avvenuta il giorno dopo il settimo (ancora non si chiamava domenica). Secondo questa simbologia, ad esempio, i battisteri, e molte chiese, avevano forma ottagonale.
Scegliendo questo numero, quindi, il testo rivela velatamente che le beatitudini indicano la felicità perché in esse c’è il germe della risurrezione, della grazia divina capace di vincere ogni morte.
Il numero di parole utilizzate nel testo greco è settantadue Anche questo computo non è casuale: secondo il libro della Genesi i popoli conosciuti a quel tempo erano infatti settantadue.
Con quest’altro accorgimento Matteo vuole dirci che tutti possiamo vivere le beatitudini: nessun popolo, lingua, cultura può sentirsi escluso.
La felicità è possibile a tutti (72), e tutti possiamo risorgere, superare ogni difficoltà (8), se la affrontiamo imitando Gesù, secondo il ritratto delle Beatitudini.
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”
Don Michele Fontana