La prima lettura di oggi presenta il famoso sogno della statua fatto dal re babilonese Nabucodònosor e interpretato da Daniele (Dn 2,31-45).
La visione riguarda una statua enorme dal terribile aspetto, con la testa d’oro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte d’argilla. Una pietra si stacca dal monte e urta contro la statua facendola frantumare.
Lo stesso profeta spiega il sogno indicando i diversi strati di cui è composta la statua come profezia del susseguirsi di altrettanti regni che saranno distrutti da un evento divino.
Insieme a quest’interpretazione mi piace cogliere nella visione un messaggio che riguarda la lotta contro la tentazione. I diversi materiali di cui è composta la statua, infatti, richiamano le differenti forme attraverso cui siamo sedotti.
L’oro evoca la tentazione del potere e del successo; l’argento quella della ricchezza e del possedimento di beni; il bronzo quella della prepotenza; il ferro quella dell’uso di strumenti di violenza (una volta erano spade e pugnali, oggi ad esempio sono anche i social); l’argilla invece richiama la tentazione di mostrarsi apparentemente fragili, presentandosi come lupi travestiti da pecore.
Ognuno può vedere quale materia sta assumendo la tentazione nella fase attuale della sua vita.
In ogni caso sappiamo che, anche quando la tentazione può sembrarci un colosso invincibile per la nostra piccolezza, c’è una “pietra” che può distruggerla: la forza dello Spirito Santo che scende dal monte del Calvario, dall’alto della Croce.
Don Michele Fontana