A partire da questa settimana il vangelo domenicale proporrà alcuni episodi narrati da Giovanni che anticamente erano utilizzati per la catechesi di coloro che dovevano ricevere il Battesimo la notte di Pasqua.
In ordine sono: la samaritana, il cieco nato e la risurrezione di Lazzaro.
Ognuno di questi brani, pertanto, oltre che narrare quanto avvenuto, annuncia qualcosa della vita cristiana.
Nel brano di oggi troviamo Gesù mentre rientra da Gerusalemme in Galilea.
La via più breve, piana e sicura è la valle del Giordano, ma egli decide di percorrerne un’altra attraversando la Samaria, terra di nemici del suo popolo, ritenuti impuri ed eretici.
Riportando questa scelta, quanto mai bizzarra, Giovanni stranamente afferma che egli “deve” passare per la Samaria.
In che senso deve?
Certamente non per motivi logistici; tantomeno per opportunità, brevità e sicurezza del viaggio che, al contrario, imporrebbero il percorso tradizionale.
E allora, perché deve?
È un “dovere” imposto dalla sua missione. Gesù sceglie intenzionalmente di andare incontro a coloro che sono considerati nemici ed empi. Anzi, va a cercarli; sosta al loro pozzo per riversare l’acqua dell’amore.
Da qui la lettura catecumenale e quaresimale del brano liturgico.
Gesù è venuto a cercarci, a sostare presso il nostro pozzo (il fonte battesimale) per riversare su di noi l’acqua dello Spirito Santo.
Così invita anche noi ad andare incontro ai nemici e alle persone con cui abbiamo interrotto i rapporti, per sostare un po’ presso il loro pozzo e riversare l’acqua della nostra amicizia.
Don Michele Fontana