Nel Vangelo di oggi risalta un’affermazione di Gesù che può sembrare difficile da decifrare: “Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono” (Matteo 11,12).
A questa dichiarazione sembra fare eco un altro detto del Signore, anch’esso di non facile comprensione: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: sono venuto a portare non pace, ma spada!” (Matteo 10,34).
Ma torniamo al brano di oggi e alla sua asserzione: “Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono“.
Secondo gli esegeti sono possibili due interpretazioni che possono essere adottate insieme.
La prima è quella secondo cui si definisce la santa violenza, quella praticata da coloro che sono violenti verso sé stessi e ingaggiano una dura battaglia ascetica contro i propri vizi e contro le seduzioni del male. Per vivere nella benedizione e nella grazia di Dio dobbiamo essere forti con noi stessi, lottare contro le inclinazioni sbagliate e peccaminose. Quanto stride quest’affermazione in una società in cui le debolezze e i capricci sono idolatrati in nome di una falsa libertà personale.
Una seconda lettura vedrebbe nella frase di Gesù la dichiarazione di un regno dei cieli in continuo attacco. I violenti e malvagi tentano di impadronirsi del regno scalzandolo dalla storia. Anche in questo caso, l’interpretazione sembra quanto mai attuale. Basta aprire qualsiasi discorso con qualsiasi persona, o collegarsi sui social, o accendere il televisore per constatare come il regno di Dio sia sotto attacco oggi più che mai, e non solo a motivo dei martiri disseminati in ogni parte del mondo e spesso dimenticati dalla storia (come i tanti fedeli trucidati in Burkina Faso).
C’è un vero e proprio attacco sistematico nei confronti del regno di Dio anche nel nostro “evoluto” occidente, che parte dalla continua gogna mediatica nei confronti della Chiesa e si concretizza subdolamente nell’imposizione di modelli culturali contrari ai principi della fede, e quindi in opposizione alla vera libertà e realizzazione umana.
Don Michele Fontana