“Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi”.
La lettura del Vangelo di oggi (Lc 17,26-37) si conclude con quest’immagine che termina un discorso di Gesù sulla venuta del “figlio dell’uomo”.
La metafora nel corso dei secoli è stata oggetto di moltissime interpretazioni che variano da una profezia storica (riguarda le persecuzioni dell’impero Romano) a una profezia ultraterrena (è relativa alla fine ultima del mondo).
Al di là delle interpretazioni date, Gesù sta citando un proverbio all’epoca conosciuto che potremmo tradurre con “Dove c’è il fumo c’è anche il fuoco”. Cioè: ciò che accade si vede anche dai suoi segni. In pratica la venuta di Gesù (sia alla fine della nostra storia che dentro la nostra storia) si vede dai suoi segni stessi. Quando ci sentiamo scoraggiati, aguzziamo la vista dello spirito e scrutiamo la nostra vita: dove troviamo i segni del Signore, là Gesù è presente.
A me, comunque, piace meditare il proverbio in chiave spirituale. In questo senso cadavere è ciò che è morto spiritualmente, in cui i valori cristiani sono defunti. La dura costatazione allora diventa: Laddove i valori sono morti, si radunano gli avvoltoi delle tentazioni e dei peccati!
Nelle persone in cui sono morti i valori di amore, giustizia, pace, ecc., sono già convenuti gli avvoltoi della trasgressione, dello scandalo, del pervertimento, dell’ingiustizia.
Nelle famiglie in cui i valori di condivisione, comunione, perdono, ascolto, aiuto reciproco, ecc., sono diventati cadaveri, gli avvoltoi del peccato (incomprensione, divisione, litigi, ecc.) sono pronti a radunarsi per divorare.
Negli ambienti in cui i valori della pace, della solidarietà, del perdono, dell’uguaglianza, ecc., sono deceduti, gli avvoltoi del pettegolezzo, del giudizio, della critica, delle divisioni stanno già cibandosi.
Di esempi del genere potremmo continuare a farne a migliaia; tanti quante sono le situazioni di vita di ciascuno di noi.
Don Michele Fontana