Questa domenica il Vangelo ci porta nella città di Gerico che Gesù sta attraversando nel viaggio verso Gerusalemme.
Lì vive un uomo di bassa statura di nome Zaccheo, da tutti detestato per diversi motivi:
– è pubblicano, quindi esattore delle imposte (il rapporto con lui è solo per pagare tasse esose);
– lavora per gli oppressori Romani (quindi contro il proprio popolo, Israele);
– svolge il lavoro frodando, cioè chiedendo più del dovuto (arricchendosi alle spalle della povera gente).
Zaccheo, sente che sta per passare Gesù, ma non può vederlo perché piccolo di statura.
Come avviene spesso nei Vangeli, ogni precisazione non ha solo una ragione narrativa, ma anche una motivazione teologica. In pratica Luca, descrivendo l’altezza del pubblicano vuole dire che la sua difficoltà di vedere Gesù è fisica e spirituale.
Il peccato lo ha reso basso spiritualmente, incapace di vedere Gesù che passa nella sua vita.
Questo messaggio è per noi un monito e ricorda che anche i nostri peccati ci rendono bassi e c’impediscono di vedere Gesù.
Quanta poca fede c’è oggi nella società! Quante persone dicono di non credere o non vedere l’opera di Dio!
Spesso i pochi credenti (soprattutto tra i giovani) si sentono “strani”, “diversi”, “fuori dal normale”, e come tali sono trattati e insultati.
L’episodio di Zaccheo chiarisce il motivo per cui questa società non riesce a vedere Gesù: è resa bassa dal peccato!
Viviamo in un mondo di “nani spirituali”: una società che a motivo del peccato non riesce più a vedere Gesù. La cosa ancor più brutta è che, in un mondo di “nani”, chi è “alto”, cioé chi riesce a vedere Gesù e si apre alla fede, è spinto a ritenersi “sbagliato”.
In un mondo di “nani spirituali” chi è “alto” è costretto ad abbassarsi al livello degli altri, a pensare come loro, ad agire come loro, a scegliere come loro.
L’episodio di Zaccheo, inoltre, insegna che a una società che non riesce a vedere Dio occorre offrire un sicomoro su cui salire per incontrarlo.
Il sicomoro siamo tutti noi, ogni persona che vive un cammino di fede.
Di fronte all’incapacità degli altri di vedere Gesù, non ci scoraggiamo ma offriamo un albero fatto dal nostro esempio, dal nostro amore, dalla nostra carità, dalla nostra fede.
Gesù passa sotto questo albero per incontrare gli altri e invitarsi a caso loro!
Don Michele Fontana