Nella solennità del Corpus Domini le letture bibliche ritornano più volte sul tema della memoria:
“Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere […]. Non dimenticare il Signore, […] che nel deserto ti ha nutrito di manna“, dice Mosè nella prima Letture.
“Fate questo in memoria di me“, chiede Gesù nel Vangelo.
Ogni celebrazione eucaristica è, infatti, un memoriale. Sostantivo che liturgicamente indica molto più di un semplice ricordo mnemonico. Si tratta, infatti, di una memoria attualizzante, che rende presente, qui ed ora, in ogni parte del mondo, per ogni persona, l’unica passione, morte e risurrezione di Cristo Signore.
C’è, per di più, un’altra sostanziale differenza tra il semplice ricordo e il ricordo eucaristico.
Ricordare viene da cor-cordis, cuore,
Quando ricordiamo, infatti, riportiamo nel cuore una persona, un’esperienza, un profumo, una sensazione, un’emozione.
Nell’Eucaristia quando ricordiamo riportiamo nel cuore la persona di Cristo, e in modo reale.
Cosicché l’Eucaristia è presenza viva, vera, del cuore di Cristo nel cuore e nella vita di una persona.
Questo intende manifestare il miracolo eucaristico di Lanciano, dove nel ‘700 durante una celebrazione eucaristica, al momento della consacrazione l’ostia e il vino si sono trasformati in carne e sangue. Esami istologici, immunologici e biomedici successivi hanno appalesato che si tratta di miocardio. Frammenti di cuore.
Nell’Eucaristia il cuore di Cristo si dona a noi perché possiamo noi stessi portare il suo cuore nelle nostre case, per le nostre strade, nei luoghi dove viviamo.
Anche questo è il significato della processione che oggi rivivremo in tutte le nostre comunità.
Don Michele Fontana