Domenica dopo Pentecoste il calendario liturgico sembra invitare all’impossibile: scrutare il mistero della Santissima Trinità sapendo che potrà mai essere neanche lontanamente avvicinato dalla limitata mente umana.
Ciò non toglie, però, che possa essere vissuto, perché se Dio è comunione d’amore, la pratica della carità è manifestazione della sua impronta.
“Se vedi la carità, vedi la Trinità” scriveva sant’Agostino.
Non possiamo certamente volgere lo sguardo della ragione verso la luce accecante di Dio, ma possiamo carpirne i riflessi nel sorriso tenero di un genitore, nelle lacrime imploranti guarigione per un amico agonizzante, nel sudore imperlato di generosità di chi consacra il tempo al servizio disinteressato.
La festa della Santissima Trinità invita, dunque, ad aprire gli occhi per riconoscere Dio nella propria vita, e offrire il cuore per renderlo presente nella vita degli altri.
Don Michele Fontana