Questa settima per la meditazione prendiamo spunto dalle parole del Salmo responsoriale (120).
Il testo racchiude una bellissima professione di fede nel Signore, fatta proprio nel momento in cui, alzando lo sguardo verso i monti che ci circondano (eventi della nostra vita), vediamo incalzare gli eserciti nemici (difficoltà, paure, malattia, ecc.) e ci sentiamo perduti.
Da dove potrà venirci l’aiuto? È il grido disperato.
Dal Signore. È la risposta della fede.
Sì, il Signore non lascerà vacillare i nostri piedi, non permetterà che cadiamo sotto i colpi delle avversità che si stanno accanendo.
Anche se ci sentiamo soli, abbandonati, nella lotta contro difficoltà più forti e più grandi di noi, dobbiamo sapere che Lui è nostro custode.
Come le madri e i padri premurosi e in ansia quando i figli sono fuori casa nel cuore della notte, il Signore non si addormenta, non prende sonno, finché non ci sa al sicuro, sani e salvi.
Che bella immagine questa; quanta speranza infonde!
Stesso concetto, con sfumature diverse è ribadito nella metafora successiva in cui Dio è paragonato alla nostra ombra: quando il sole cocente delle avversità si alza, lui non si stacca da noi; anzi: più il sole è alto, più ci si avvicina.
Di giorno non ci colpirà il sole, né la luna di notte; ci custodirà quando usciamo e quando entriamo in casa, cioè in tutte le situazioni della vita.
Rileggiamo, allora, con spirito di preghiera, il testo.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore;
che ha fatto cielo e terra.
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenta il tuo custode.
Non si addormenterà,
non prenderà sonno, il custode d’Israele.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
Il Signore ti custodirà da ogni male,
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà
quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
Don Michele Fontana