“Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti”.
Il colore rosaceo dei paramenti liturgici, che per un giorno ruba il posto al viola d’Avvento, indica cromaticamente che la Chiesa oggi celebra la domenica della gioia.
Nella sacra Scrittura la gioia proviene innanzitutto dalla creazione, e dalla capacità di gustarne la bellezza vivendo in armonia; una gioia che è diventata stile di vita per S. Francesco.
I testi sacri, riconoscono, inoltre una gioia profonda, che riempie il cuore e fa esultare l’anima, che deriva dal riconoscersi amati dal Signore; i Salmi ne sono la prova migliore, il che fa dedurre che la gioia è collegabile alla preghiera.
Nella Bibbia, infine, si accenna anche alla gioia per la salvezza futura.
Nel leggere i Vangeli ci accorgiamo che tutto l’annuncio di Gesù è pervaso da un chiaro invito alla gioia. Già alla nascita, l’angelo comunica ai pastori: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,10). Zaccheo è pieno di gioia nell’accoglierlo in casa e ricevere il perdono. È la stessa gioia che incontriamo nelle parabole del padre misericordioso, della pecora e della moneta smarrite e ritrovate. Alla sera di Pasqua, infine, “i discepoli gioirono al vedere il Signore”; altrettanto fu per i due di Emmaus.
I Vangeli chiariscono, quindi, che la gioia vera viene da Gesù, anzi, è la sua gioia che si fa nostra: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).
In questo contesto di riferimento si comprendono meglio le parole della seconda lettura di questa domenica che suonano ai nostri orecchi come un vero e proprio imperativo: “Siate lieti!”.
Per il cristiano c’è un obbligo alla gioia, frutto della presenza di Gesù, accolto e accompagnato agli altri.
San Paolo spiega, poi, che questa gioia vive di «amabilità», ossia di bontà reciproca che si rende visibile e crea pace.
Non ci può essere gioia senza pace; non ci può essere pace senza gioia.
L’Apostolo non è un illuso, sa bene, e per esperienza diretta, che nella vita ci sono momenti di angustia, di non gioia; invita tuttavia a superarli parlandone al Signore, con la preghiera di supplica e di ringraziamento.
Don Michele Fontana