Il 31 dicembre è tempo di verifica e ringraziamento.
Mentre ricapitoliamo, giorno per giorno, l’anno trascorso, ci rivolgiamo a Dio con le tre parole cui invita sempre Papa Francesco: permesso, scusa, grazie.
Permesso, perché chiediamo al Signore di farci entrare nel nuovo anno dalla porta della benedizione.
Scusa, perché imploriamo perdono (a Dio e agli uomini) degli errori commessi, impegnandoci a trarne insegnamento per non ripeterli ancora.
Grazie, perché riconosciamo che l’amore di Dio ci precede e ci accompagna.
Come ha insegnato Papa Francesco nell’udienza di ieri:
Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare; siamo stati desiderati prima che nel nostro cuore spuntasse un desiderio.
Se guardiamo la vita così, allora il “grazie” diventa il motivo conduttore delle nostre giornate…
Dunque, cerchiamo di stare sempre nella gioia dell’incontro con Gesù. Coltiviamo l’allegrezza. Invece il demonio, dopo averci illusi – con qualsiasi tentazione – ci lascia sempre tristi e soli. Se siamo in Cristo, nessun peccato e nessuna minaccia ci potranno mai impedire di continuare con letizia il cammino, insieme a tanti compagni di strada. Soprattutto, non tralasciamo di ringraziare: se siamo portatori di gratitudine, anche il mondo diventa migliore, magari anche solo di poco, ma è ciò che basta per trasmettergli un po’ di speranza.
La strada della felicità è quella che San Paolo ha descritto alla fine di una delle sue lettere:
“Pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito” (1 Ts 5,17-19).
No spegnere lo Spirito, bel programma di vita per il 2021!
Il mistero del Natale che abbiamo celebrato ci mantenga nella gioia dell’incontro con Gesù. Possa questo incontro illuminare il nostro cammino per tutto il prossimo anno.
Alla fine di questo anno difficile, siamo forse tentati di vedere anzitutto ciò che non è stato possibile fare e ciò che ci è mancato. Ma non dimentichiamo le tante, innumerevoli ragioni per cui ringraziare Dio e i nostri vicini.
Don Michele Fontana