Il 17 dicembre l’Avvento inizia una nuova fase nel percorso verso il Natale.
Se fossimo in ambito ciclistico diremmo che siamo entrati negli ultimi 100 metri.
Liturgicamente il giorno del Natale è come abbracciato da due “ottavari”: questo che lo precede e lo prepara, e quello successivo (che va fino all’1 gennaio) che ne estende il festeggiamento.
Da oggi, quindi, ogni giorno ci accompagnerà in modo più diretto alla nascita di Gesù attraverso le preghiere e la meditazione di brani della Sacra Scrittura ad essa attinenti.
Come primo passo di questo ottavario il Vangelo odierno riporta la genealogia di Gesù, cioè il lungo elenco di generazioni che, nella narrazione di S. Matteo vanno da Abramo a Cristo: “Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe,… “.
La presentazione di una genealogia non è una novità. La Bibbia, ad esempio, contiene anche le genealogie dei patriarchi e dei re.
Nell’ascoltare questo passo notiamo che in esso possiamo sintetizzare tutta la storia del popolo di Israele. Una storia intrisa di luci ed ombre, grazia e peccato.
In quell’elenco, infatti, incontriamo giganti di santità e grandi peccatori, scorgiamo momenti di obbedienza al Signore e situazioni di infedeltà, periodi di gioia e tempi di angoscia.
Se ci facciamo caso, la genealogia di Gesù, nel sintetizzare la storia di Israele, parla anche della nostra vita.
Nel momento in cui il percorso dell’Avvento si fa più intenso, la liturgia ci chiede di fermarci e fare memoria. Questo è il messaggio della giornata di oggi: la grazia della memoria; guardare la nostra storia: da dove veniamo, i nostri padri, i nostri antenati, il cammino della fede, i successi e le sconfitte, gli slanci di spiritualità e le cadute nel peccato, il superamento dei limiti e i vizi che ancora ci incatenano.
Se ci fermiamo e guadiamo indietro, vediamo che il cammino è stato intenso; che ci sono momenti belli e momenti brutti, ma il Signore è stato, e continua a essere, sempre lì, con la mano protesa per rialzarci e dirci: “Vai avanti!”.
Don Michele Fontana