“Dove sei?” Questa domanda deflagra improvvisa all’inizio della Liturgia della Parola odierna, e dal momento che le Letture della Messa sono strumento privilegiato del dialogo di Dio con noi, possiamo tranquillamente affermare che il Signore oggi attraverso essa avvia il dialogo con la nostra vita.
È la domanda che il Creatore pone ad Adamo dopo il peccato originale, quando questi, riscopertosi nudo, cerca di fuggire dalla sua presenza.
Un interrogativo che emerge, come perenne costante, nella storia dell’umanità.
Da quel giorno nel giardino dell’Eden, l’uomo continua a sfuggire a Dio, tentando di vivere senza di lui, senza la sua Parola, senza la sua benedizione. Ma l’inesorabile conseguenza è ritrovarsi “nudo“, senza dignità, nè umanità.
Se Adamo è il prototipo di ogni creatura che cerca di fugge da Dio, rimanendo nuda; Maria si colloca all’antipodo, come immagine di chi si lascia visitare dal Signore e perciò si riscopre rivestita di grazia.
Questo è il senso del saluto dell’Angelo proclamato nella Messa di oggi: “Rallegrati, piena di grazia!“.
La domanda iniziale, dunque, si rivolge a ciascuno di noi e interpella le nostre coscienze; noi che spesso ci sentiamo nudi, senza la pelle della nostra umanità, senza la veste della grazia, senza l’armatura della protezione divina. Noi che ci sentiamo nudi e indifesi dinanzi alle tribolazioni; nudi e tremanti dinanzi alle paure; nudi e abbandonati dinanzi alle angosce; nudi e deboli dinanzi alle fragilità del corpo e dello spirito.
“Dove sei?“, c’interpella oggi il Signore. Come vogliamo rispondere?
Continuiamo a fuggirgli o ci facciamo visitare da lui?
Questa, in fondo, è la domanda dell’Avvento.
Don Michele Fontana