Chi partecipa a Messa oggi avrà il piacere di ascoltare la proclamazione dell’inizio della Seconda Lettera di Giovanni.
Nei saluti l’autore si definisce “presbìtero”, che in greco vuol dire “anziano”, e in specifico nel Nuovo Testamento indica il sacerdote. La parola prete deriva da presbitero.
Giovanni si rivolge ai destinatari della missiva, e quindi anche a noi che la leggiamo e meditiamo oggi, in tono esortativo, addirittura “pregandoci”. E per cosa?
“Non per dare un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Questo è l’amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore”.
Il comandamento dell’amore fraterno non è nuovo, perché ricevuto fin dal principio della predicazione cristiana. Esso, come insegna Gesù, non può essere separato dall’amore a Dio, che si manifesta nel camminare secondo i suoi comandamenti.
Si ama Dio ascoltandone il cuore, seguendone la volontà che invita ad accogliere e donare amore, pace e gioia.
Il verbo camminare, volutamente utilizzato da Giovanni, richiama il concetto che l’amore è intriso di concretezza.
La vita è un cammino d’amore, e l’amore è un cammino da percorrere tutta la vita, fatto di piccoli passi, semplici gesti; scandito da cadute e sforzi per rialzarsi, momenti di stanchezza (fisica e morale) e periodi di entusiasmo.
Basta guardarci dentro, vedere le nostre relazioni per comprendere quanto queste parole siano vere.
Ogni nuovo giorno che si apre davanti a noi, dobbiamo pensarci come quei bambini che muovono i primi passi, a volte incerti e pencolanti, sotto lo sguardo compiaciuto del genitore che gli sta dietro, pronto a sorreggerli quando inciampano, rialzarli quando cadono, spronarli quando si scoraggiano, esultare quando ci provano, applaudirli quando ci riescono… ma sempre, e in ogni caso, ad amarli e abbracciarli.
Qualunque sia oggi la condizione nella quale configureremmo il cammino del nostro amore (verso Dio, familiari, partner, figli, fratelli, amici, colleghi, lavoro, ecc.), non scoraggiamoci: Gesù è lì, fa il tifo per noi è cammina con noi.
Don Michele Fontana