Ai tempi di Gesù c’erano diverse scuole rabbiniche, ognuna con un approccio agl’insegnamenti della Sacra Scrittura.
Tra esse, ad esempio, era acceso il confronto su quale fosse da ritenere il Comandamento più grande; quello cioè, che racchiude tutti gli altri, e ne dona senso.
A Gesù viene chiesto di entrare in merito a questa diatriba teologica.
I Dottori della Legge contavano nei testi sacri fino a 613 precetti.
Di essi 365 (quanti i giorni dell’anno) sono formulati in negativo; riguardano, cioè, cose da non fare assolutamente (ad esempio “Non uccidere”).
In positivo, come leggi da seguire (ad esempio “Onora tuo padre e tua madre”) sono invece conteggiati 248 precetti; tanti quanto si pensava fossero gli organi del corpo umano.
Il simbolismo di questa numerologia porta a pensare che l’insieme dei comandi di Dio per noi, in fondo, si può sintetizzare in: Segui ogni giorno la mia volontà, con la totalità del tuo corpo, con tutto te stesso.
Ma esiste un Comandamento che racchiude tutti gli altri, per cui, seguendolo con tutto noi stessi in ogni circostanza, siamo sicuri di essere nella volontà di Dio e nella sua benedizione?
Questo è il senso della domanda posta a Gesù.
Quesito al quale risponde ricapitolando tutto nell’amore.
Qualunque circostanza, incontro, esperienza, dialogo, attività faremo oggi (e ogni altro giorno), ciò che ci verrà chiesto è viverla amando Dio e il prossimo; amando Dio nel prossimo.
Don Michele Fontana