La parabola di questa domenica narra del Regno di Dio come di una festa di nozze.
Protagonista è il figlio del re, lo sposo, nel quale è facile intravedere Gesù.
Nella parabola, però, non si parla mai della sposa, perché lo siamo tutti noi: con ciascuno il Signore desidera “celebrare le nozze”.
Le nozze inaugurano la comunione di tutta la vita. E Gesù, attraverso il racconto della parabola, dice che proprio questo è quanto Dio desidera fare con ciascuno di noi.
Il nostro rapporto con Lui, allora, non può essere solo quello dei sudditi devoti, dei servi fedeli, o degli scolari diligenti, ma è anzitutto quello della sposa amata con lo sposo.
In altre parole, Egli ci desidera, ci cerca e ci invita; non si accontenta che adempiamo esteriormente i buoni doveri, ma vuole una vera e propria comunione di vita, un rapporto fatto di dialogo, fiducia e perdono.
Questa è la vita cristiana: una storia d’amore con Dio.
Se si smarrisce l’amore, la fede diventa sterile; le pratiche, un corpo senz’anima; la morale, impossibile, un insieme di princìpi e leggi da far quadrare senza un perché.
Invece il Dio della vita attende una risposta di vita, il Signore dell’amore aspetta una risposta d’amore, e non un cristianesimo di routine, dove ci si accontenta della “normalità”, senza slancio e senza entusiasmo.
Don Michele Fontana