L’11 febbraio si celebra la Giornata Mondiale del malato e la festa della Madonna di Lourdes.
Di seguito qualche parte della lettera del nostro Arcivescovo Vincenzo Bertolone dal titolo: “Accogliere nella sofferenza la Misericordia di Dio nella persona risanatrice di Gesù!”
“Istituita da san Giovanni Paolo II il 13 maggio 1992, memoria liturgica della Madonna di Fatima, la Giornata del malato ci ricorda che in Cristo Gesù, la sofferenza delle creature è stata assunta in modo reale, da Dio stesso nella sofferenza del suo Figlio morente in croce!”
“Il modo in cui l’uomo Gesù ha vissuto la sofferenza e l’abbandono, aderendo alla volontà del Padre, possa essere di conforto a tutti coloro che, con spirito di fede, accolgono di vivere il dolore come via privilegiata di santificazione, con serena rassegnazione e spirito di fede.
Sulla Via Crucis di Gesù, la Chiesa, soprattutto mediante il sacramento dell’Unzione dei malati, si fa prossima a chiunque si trovi nel dolore fisico, nella sofferenza psichica, nella malattia grave, tratto terminale dell’esistenza. ”
“Già sette secoli prima, San Bernardo di Chiaravalle nell’enciclica Spe salvi, rassicurava i cristiani circa il senso di questa compassione divina: «Dio non può patire, ma può compatire. Dio ha per l’uomo un amore così grande da farsi lui stesso uomo proprio per compatire con lui, in modo reale, in carne e sangue. »”
Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per l’occasione della Giornata del malato 2020:
“Egli stesso (Gesù) si è fatto debole, sperimentando l’umana sofferenza e ricevendo a sua volta ristoro dal Padre. Infatti, solo chi fa, in prima persona, questa esperienza saprà essere di conforto per l’altro”.
«Volete offrirvi a Dio? – Sì, lo vogliamo…». “È una parte del dialogo tra i pastorelli di Fatima, Francesco, Giacinta e Lucia, e la Vergine Maria (13 maggio 1917).
La risposta immediata dei fanciulli non la si comprende se letta con i parametri dettati dalla nostra odierna società, per la quale l’avere ha più valenza dell’essere e il vivere autenticamente esclude a priori l’offerta libera e generosa del dono più grande che abbiamo ricevuto: la vita.”
“A te, fratello o sorella, che vivi tutto questo, potrebbe mancare solo una cosa: offrire la tua sofferenza nella preghiera! Ma se già hai questa coscienza e ti sforzi di vivere l’offerta della tua sofferenza la Signore, sappi che la tua perseveranza, ottenuta nella grazia di Dio, è un dono di inestimabile valore per la redenzione tua e del mondo. Sono certo che ogni sofferenza offerta al Signore convertirà qualche anima e farà ritornare sulla retta via qualche deviante!”
“La comunità cristiana ha sempre avvertito il desiderio e il dovere di tenere e tendere la mano a chi soffre.
Anche nella nostra Arcidiocesi, ho espresso il desiderio che sia istituito in modo stabile e permanente il ministero della consolazione, da affidare a uomini e donne che dimostrano di possedere il carisma della cura e dell’accompagnamento umano e spirituale dei sofferenti d’accordo con i parroci.”
“Possiate sentire vicino, carissimi sofferenti, l’affetto del Vescovo che, come fratello e padre, ogni giorno rivolge al Signore la sua umile preghiera per tutti voi e che, con cuore di padre, vi mostra la tenerezza di Dio, vi benedice e vi esorta, ancora una volta, ad offrire tutte le vostre sofferenze per il bene della nostra amata Chiesa particolare di Catanzaro-Squillace!”