Oggi si celebra la XXIV Giornata mondiale della vita consacrata.
Il tweet di Papa Francesco:
“Chi tiene lo sguardo su Gesù impara a vivere per servire. Non aspetta che comincino gli altri ma si mette in cerca del prossimo”.
Di seguito alcune parti dell’Omelia del Papa nella Messa celebrata ieri, 1 febbraio, in San Pietro:
“Anche voi, cari fratelli e sorelle consacrati, come il vecchio Simeone siete uomini e donne semplici che avete visto il tesoro che vale più di tutti gli averi del mondo. Per esso avete lasciato cose preziose, come i beni, come crearvi una famiglia vostra. Perché l’avete fatto? Perché vi siete innamorati di Gesù, avete visto tutto in Lui e, rapiti dal suo sguardo, avete lasciato il resto. La vita consacrata è questa visione è vedere quel che conta nella vita. È accogliere il dono del Signore a braccia aperte, come fece Simeone”.
“Cosa vedono gli occhi dei consacrati? La grazia di Dio riversata nelle sue mani”.
“Saper vedere la grazia è il punto di partenza non solo nei grandi momenti della vita, ma anche nelle fragilità, nelle debolezze, nelle miserie”.
“La vita consacrata, se resta salda nell’ amore del Signore, vede la bellezza. Vede che la povertà non è uno sforzo titanico ma una libertà superiore, che ci regala Dio e gli altri come le vere ricchezze. Vede che la castità non è una sterilità austera ma la via per amare senza possedere. Vede che l’obbedienza non è disciplina ma la vittoria sulla nostra anarchia nello stile di Gesù”.
“Chi tiene lo sguardo su Gesù impara a vivere per servire, non aspetta che comincino gli altri ma si mette in cerca del prossimo, come Simeone che cercava Gesù nel tempio. Nella vita consacrata dove si trova il prossimo? Anzitutto nella propria comunità. Va chiesta la grazia di saper cercare Gesù nei fratelli e nelle sorelle che abbiamo ricevuto. È lì che si inizia a mettere in pratica la carità: nel posto dove vivi, accogliendo i fratelli e le sorelle con le loro povertà, come Simeone accolse Gesù semplice e povero. Oggi, tanti vedono negli altri solo ostacoli e complicazioni. C’ è bisogno di sguardi che cerchino il prossimo, che avvicinino chi è distante. I religiosi e le religiose, uomini e donne che vivono per imitare Gesù, sono chiamati a immettere nel mondo il suo stesso sguardo, lo sguardo della compassione, lo sguardo che va in cerca dei lontani; che non condanna, ma incoraggia, libera, consola”.
“Ecco il segreto, non allontanarsi dal Signore fonte della speranza. Diventiamo ciechi se non guardiamo il Signore ogni giorno, se non lo adoriamo”.
È una giornata questa in cui i consacrati riflettono sulla bellezza della vita interamente donata a Dio ed è un’opportunità per i religiosi e i laici per meditare sulla propria chiamata, per riscoprire i propri doni e metterli al servizio del prossimo con la grazia del Signore.